Il Senatore americano Jeff Merkley ha presentato una proposta di risoluzione del Senato, prima nel suo genere, che invita Washington a riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina al Congresso.
Merkley ha dichiarato giovedì: "Il riconoscimento dello Stato di Palestina non è solo un passo pratico che gli Stati Uniti possono compiere per aiutare a costruire un futuro in cui palestinesi e israeliani possano vivere in libertà, dignità e sicurezza, ma è anche il passo giusto da compiere."
Merkley ha aggiunto: "L'America ha la responsabilità di guidare ed è ora di agire."
La risoluzione invita gli Stati Uniti a riconoscere, in conformità con il diritto internazionale e i principi della soluzione a due Stati, un Israele sicuro insieme a una Palestina smilitarizzata.
Merkley ha affermato che la proposta traccia "un percorso diverso" che inizia con "un immediato cessate il fuoco, il rilascio di tutti gli ostaggi e l'ingresso degli aiuti umanitari" e continua con un processo di "due Stati per due popoli, che rappresenta una base per la pace e la prosperità future e l'unica via praticabile per questo obiettivo". "Se non vogliamo che la prossima generazione soffra della stessa insicurezza e sofferenza, l'obiettivo dello Stato palestinese non può essere ulteriormente rinviato", ha aggiunto.
La risoluzione è stata sostenuta congiuntamente dai Senatori Chris Van Hollen, Tim Kaine, Bernie Sanders, Peter Welch, Tina Smith, Tammy Baldwin e Mazie Hirono.
Crescente riconoscimento della Palestina
La proposta di risoluzione è stata presentata in un periodo in cui sta aumentando lo slancio internazionale verso il riconoscimento della Palestina, con i passi compiuti all'inizio di quest'anno da Stati europei tra cui Spagna, Irlanda e Norvegia, e la ripresa delle discussioni all'interno delle Nazioni Unite (ONU). Oltre 140 membri dell'ONU riconoscono già la sovranità della Palestina.
Gli Stati Uniti, il più stretto alleato di Israele, hanno storicamente resistito a tali proposte di risoluzione, insistendo su negoziati diretti tra israeliani e palestinesi. Tel Aviv ha sabotato questo tipo di negoziati dal passato ad oggi.
La risoluzione di Merkley sottolinea la crescente frustrazione al Congresso riguardo alla crisi umanitaria nella Gaza sotto assedio e alla mancanza di progressi politici.
I sostenitori della decisione di riconoscimento sostengono che invierebbe un messaggio chiaro sul sostegno degli Stati Uniti ai diritti palestinesi e a un orizzonte politico, nonostante Israele continui il genocidio a Gaza e le espansioni illegali degli insediamenti nella Cisgiordania occupata.
La proposta di risoluzione affronta una battaglia difficile al Senato, dove ampie maggioranze di entrambi i partiti si sono a lungo opposte al riconoscimento unilaterale della Palestina. Tuttavia, la presentazione del progetto di risoluzione segna un cambiamento simbolico portando per la prima volta il riconoscimento ufficiale all'agenda legislativa.
Il genocidio perpetrato da Israele con armi americane
L'esercito israeliano, che ha respinto le richieste internazionali di cessate il fuoco, ha ucciso oltre 65.000 palestinesi, la maggior parte donne e bambini, nel genocidio che conduce a Gaza dall'ottobre 2023. Questo numero non include circa 11.000 palestinesi che si ritiene siano sepolti sotto le macerie delle case distrutte. Gli esperti stimano che il numero reale delle vittime superi significativamente quello riportato dalle autorità di Gaza e possa aggirarsi intorno alle 200.000 unità.
La Corte Penale Internazionale ha emesso mandati di arresto contro il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l'ex Ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi a Gaza. Israele affronta inoltre un caso di genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia per la guerra a Gaza.
L'ONU ha concluso che Israele sta perpetrando un genocidio a Gaza.
Washington, dal canto suo, destina 3,8 miliardi di dollari di fondi militari annuali a Israele, suo alleato di lunga data. Dall'ottobre 2023, gli Stati Uniti hanno speso oltre 22 miliardi di dollari per sostenere il genocidio di Israele a Gaza e la sua guerra con i paesi vicini.
Nonostante alcuni alti funzionari americani abbiano criticato Israele per l'elevato numero di vittime civili a Gaza, Washington ha finora respinto le richieste di condizionare qualsiasi invio di armi.
Secondo il think tank americano Council on Foreign Relations, dal 1946 gli Stati Uniti hanno fornito a Israele oltre 310 miliardi di dollari di aiuti militari ed economici, calcolati considerando l'inflazione.