Il 15 settembre, in occasione del Vertice Straordinario Congiunto dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica e della Lega Araba a Doha, capitale del Qatar, Emine Erdoğan ha accompagnato il Presidente Erdoğan, incontrando a margine dell’evento Sheikha Moza bint Nasser, madre dell’emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani.
Al termine del vertice, la fondazione Education Above All, creata da Sheikha Moza, ha diffuso una dichiarazione congiunta intitolata “Un anno drammatico per l’istruzione dei bambini che vivono nelle zone di conflitto”.
Il documento, firmato dalle moglie di leader volontari per Gaza, capi di Stato e alti dirigenti di organizzazioni internazionali, è stato pubblicato in occasione della sesta Giornata Internazionale per la Protezione dell’Istruzione dagli Attacchi, per richiamare l’attenzione sulle crescenti difficoltà affrontate dall’istruzione nelle aree colpite dai conflitti in tutto il mondo.
La dichiarazione, che invoca un’azione urgente per porre fine alle continue violazioni contro i bambini e i sistemi educativi nelle zone di crisi, mira a esprimere una posizione comune di fronte a quello che è stato definito l’anno peggiore mai registrato per il diritto all’istruzione dei minori nei territori di conflitto, e a far luce sulle dimensioni della catastrofe umanitaria in corso, in particolare a Gaza ma anche in altre aree colpite dalla guerra.
Riunitesi per manifestare profonda preoccupazione di fronte al rapido deterioramento delle condizioni dei bambini nei contesti di conflitto, le moglie dei leader hanno denunciato che quest’anno i minori sono stati uccisi, affamati, feriti e privati dei loro diritti fondamentali, a partire dall’accesso all’istruzione, rendendo la situazione estremamente grave soprattutto per i più piccoli.
Nel documento si sottolinea inoltre che i brutali attacchi contro il diritto all’istruzione dei bambini proseguono non solo a Gaza, ma anche in Sudan, Ucraina, Myanmar, Colombia e in molte altre parti del mondo. Da anni, si osserva, queste violazioni del diritto internazionale non costituiscono un fenomeno nuovo, ma continuano a ripetersi senza sosta.
Nel documento si ricorda che a Gaza il genocidio continua, con i responsabili che hanno oltrepassato una soglia cruciale dal punto di vista etico e giuridico, commettendo crimini di genocidio e sottoponendo deliberatamente i civili alla fame. Oltre agli attacchi contro la popolazione civile, compresi i bambini, agli sfollamenti forzati e alla privazione intenzionale di cibo, si sottolinea che gli autori di tali crimini hanno parallelamente messo in atto un vero e proprio “educidio”, ossia la distruzione sistematica e deliberata del sistema educativo palestinese, delle biblioteche e delle università.
Il testo afferma che queste azioni rappresentano parte di una strategia mirata a cancellare la vita intellettuale, culturale e sociale di Gaza. Si evidenzia inoltre che la gravità della situazione è ormai riconosciuta a livello globale, con Stati e governi che si uniscono in un’unica voce per condannare il genocidio e le palesi violazioni del diritto internazionale, chiedendo giustizia.
Nella dichiarazione firmata dalle moglie dei leader si legge: «Oggi ci uniamo anche noi a questo movimento per porre fine al genocidio e ribadiamo il nostro impegno a offrire opportunità educative, aiutando i bambini a guarire attraverso l’istruzione».
Alla dichiarazione hanno aderito, oltre a Emine Erdoğan, Sheikha Moza bint Nasser, presidente della Qatar Foundation e ambasciatrice degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite; Mirela Becirovic, moglie del membro bosniaco della Presidenza della Bosnia-Erzegovina Denis Becirovic; Veronica Alcocer Garcia, moglie del presidente della Colombia; Fatoumatta Bah-Barrow, first lady del Gambia; Fatima Maada Bio, first lady della Sierra Leone; la principessa Dana Firas, presidente della Petra National Trust e ambasciatrice di buona volontà dell’UNESCO per il patrimonio culturale; Wan Azizah Ismail, moglie del primo ministro della Malesia; e l’ex premier regionale scozzese Hamza Yusuf, insieme a numerose altre personalità.
In un messaggio diffuso attraverso i suoi canali social, Emine Erdoğan ha ricordato:
«Il 10 gennaio 2009, in occasione dell’incontro Donne per la Pace in Palestina tenutosi a Istanbul, come moglie dei leader ci eravamo riunite per lanciare al mondo l’Appello di Istanbul a sostegno di Gaza. Quel messaggio rappresentava la voce di una forte volontà unita nel linguaggio della pace contro l’oppressione. Nel novembre 2023, con il Vertice delle First Ladies Unite per la Palestina organizzato ancora a Istanbul, ci siamo ritrovate per riaffermare la nostra unità a favore della Palestina. Il messaggio di pace che abbiamo gridato a una sola voce in quell’occasione continua a risuonare oggi con la stessa determinazione contro l’ingiustizia. Oggi, con la dichiarazione congiunta “Un anno drammatico per l’istruzione dei bambini che vivono nelle zone di conflitto”, pubblicata sotto la guida della mia cara amica Sheikha Moza bint Nasser, presidente della fondazione Education Above All e sostenitrice degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, eleviamo nuovamente la nostra voce con la stessa fede di allora».
Emine Erdoğan ha sottolineato che l’appello lanciato chiede un’azione urgente per fermare le violazioni in corso contro i bambini e i sistemi educativi, in particolare a Gaza ma anche in tutte le aree di crisi:
«Ogni bambino privato del diritto all’istruzione rappresenta una parte del nostro futuro che viene strappata via. Il nostro auspicio è un mondo in cui ai bambini non venga negato il diritto alla vita e in cui ciascuno di loro possa avere un quaderno, una penna e una classe. Credo profondamente che i bambini che guariscono attraverso l’educazione costruiranno un futuro più giusto e invito tutte le coscienze sensibili a unirsi a questo appello».
Le iniziative di Emine Erdoğan per Gaza
Di fronte agli attacchi condotti da Israele contro la Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023, che hanno causato la morte di oltre 65 mila persone, tra cui donne e bambini, Emine Erdoğan non è rimasta indifferente. Su sua iniziativa, il 15 novembre 2023 le moglie dei leader si sono riunite a Istanbul per il vertice dal tema “Un Cuore Solo per la Palestina”, lanciando un messaggio al mondo a sostegno degli innocenti di Gaza.
In ogni occasione, la First Lady turca ha ribadito la propria disponibilità ad adoperarsi per ridurre le perdite di vite civili e promuovere la pace nella regione. A Istanbul aveva infatti accolto le moglie di capi di Stato e di governo e rappresentanti speciali provenienti da numerosi Paesi, dando vita a un incontro che ha mostrato una forte solidarietà per la fine delle sofferenze del popolo di Gaza e per la ricerca di una soluzione alla crisi.
L’impegno di Emine Erdoğan a favore della Palestina non è nuovo. Già il 10 gennaio 2009, quando il presidente Erdoğan ricopriva la carica di primo ministro, aveva promosso a Istanbul l’incontro “Donne per la Pace in Palestina”, con la partecipazione di numerose first ladies della regione. L’iniziativa si era svolta in un momento in cui le offensive israeliane su Gaza avevano provocato circa 800 morti in due settimane. In quell’occasione Emine Erdoğan aveva letto dal podio l’Appello di Istanbul a sostegno di Gaza, approvato all’unanimità dalle moglie dei leader.