L'Iran ha ritirato la proposta di risoluzione che avrebbe vietato gli attacchi alle strutture nucleari, presentata insieme a molti alleati tra cui Cina, Russia, Cuba, Venezuela e Bielorussia durante la Conferenza Generale annuale dell'organizzazione di controllo nucleare delle Nazioni Unite, dopo intense pressioni da parte degli Stati Uniti.
La bozza, che condannava fermamente gli attacchi condotti da Israele e Stati Uniti contro le strutture nucleari iraniane nel giugno 2025 definendoli "una chiara violazione del diritto internazionale", ribadiva che "tutti gli Stati devono astenersi dall'attaccare o minacciare di attaccare strutture nucleari pacifiche".
I diplomatici occidentali hanno riferito che gli Stati Uniti avevano avvertito di una possibile riduzione dei fondi destinati all'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) nel caso in cui la risoluzione fosse stata approvata e i diritti di Israele all'interno dell'organizzazione fossero stati limitati.
L'Ambasciatore iraniano presso l'ONU Reza Najafi, in una dichiarazione alla conferenza, ha affermato che la decisione è stata presa "sotto la guida dello spirito di buona volontà e interazione costruttiva e su richiesta di diversi paesi membri". "Crediamo fermamente che la voce di questa istituzione non debba essere distorta sotto il peso dell'intimidazione e della pressione politica esercitata da uno degli aggressori", ha aggiunto.
Il ritiro è avvenuto durante le crescenti tensioni seguite agli attacchi di Israele contro le strutture nucleari e militari iraniane nel mese di giugno. Questi attacchi sono stati seguiti da attacchi degli Stati Uniti contro tre strutture iraniane.
Teheran insiste da tempo sul carattere pacifico del suo programma nucleare.
L'AIEA sotto critica
Il Capo dell'Organizzazione per l'Energia Atomica dell'Iran Mohammad Eslami aveva in precedenza invitato i membri dell'AIEA ad "adottare misure appropriate in risposta a questi attacchi illegali". Eslami ha anche criticato "le recenti minacce fatte dagli Stati Uniti" e le accuse secondo cui il budget dell'organizzazione sarebbe stato influenzato e abusato.
L'incaricato d'affari degli Stati Uniti a Vienna Howard Solomon ha dichiarato che la risoluzione "presentava un quadro estremamente distorto degli eventi recenti" e che, se sottoposta a votazione, "avrebbe subito una schiacciante sconfitta". Ha difeso gli attacchi di Washington affermando che il programma di arricchimento dell'Iran costituisce "una minaccia seria e crescente per Israele e la regione".
La Conferenza Generale, che riunisce i rappresentanti dei 180 paesi membri dell'AIEA, si tiene ogni anno a Vienna per approvare il budget dell'organizzazione e affrontare questioni di sicurezza e protezione nucleare.
L'incontro si è svolto mentre Francia, Germania e Regno Unito hanno attivato un "meccanismo snapback" per ripristinare le sanzioni ONU contro l'Iran, accusandolo di non rispettare l'accordo nucleare del 2015. Questa decisione, progettata per essere resistente al veto, entrerà in vigore entro 30 giorni a meno che non continuino i negoziati.
Il Presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato giovedì che il processo di sanzioni è "un fatto compiuto" e ha aggiunto: "Le ultime notizie che abbiamo ricevuto dagli iraniani non sono serie."