POLITICA
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Global Sumud Flotilla: proteste in Europa dopo l'abbordaggio di Israele
L’Europa è stata scossa da enormi manifestazioni che condannano l’attacco israeliano alla Flottiglia Global Sumud. La crescente rabbia nelle capitali europee è alimentata dal blocco a Gaza e dall’aumento del numero di vittime.
Global Sumud Flotilla: proteste in Europa dopo l'abbordaggio di Israele
Tens of thousands flood European capitals, from Madrid to Brussels, in fury over Israel’s attack on Global Sumud Flotilla and its Gaza siege. / Reuters
3 ottobre 2025

Decine di migliaia di persone in tutta Europa sono scese in strada giovedì per protestare contro l’attacco israeliano alla Flottiglia umanitaria Global Sumud, diretta a Gaza e sequestrata dalle forze israeliane.

La flottiglia, definita dagli organizzatori come il più grande sforzo coordinato di aiuti via mare, è stata attaccata dalla marina israeliana il 1° ottobre mentre si avvicinava alle acque di Gaza. La marina ha sequestrato decine di imbarcazioni e arrestato centinaia di persone, tra cui cittadini di numerosi paesi europei.

In Francia, i manifestanti si sono radunati nella storica Place de la République a Parigi per condannare l’attacco. La folla, che portava bandiere palestinesi, ha scandito slogan come «Israele fuori, la Palestina non è tua» e «Viva la Palestina». I manifestanti hanno chiesto il rilascio degli attivisti della flottiglia detenuti in Israele, tra cui cittadini francesi.

In Belgio, centinaia di persone si sono riunite davanti al Ministero degli Esteri a Bruxelles. La protesta, organizzata da numerose ONG, si è svolta sotto lo slogan «Tutti gli occhi su Gaza», con bandiere palestinesi e kefiah indossate come simbolo di solidarietà.

La manifestazione si è estesa dal Ministero degli Esteri fino alla Place du Luxembourg, davanti al Parlamento europeo. La folla ha scandito slogan come «Palestina libera», «Solidarietà con la Palestina» e «Libertà per Gaza».

I manifestanti hanno esortato il Belgio e le istituzioni UE a rafforzare il sostegno alla flottiglia e al popolo palestinese.

In Spagna, sotto la guida di diverse organizzazioni della società civile e partiti politici, si sono svolti cortei di solidarietà in 24 grandi città. Madrid e Barcellona sono diventate i principali centri delle manifestazioni.

A Madrid, migliaia di persone si sono radunate davanti alla residenza del Ministero degli Esteri, situata nel Palazzo di Santa Cruz, chiedendo il rilascio immediato dei membri della flottiglia arrestati e sollecitando il governo a imporre sanzioni più severe al regime di Netanyahu.

Nella capitale si sono levati slogan come «Boicotta Israele», «Fermate il genocidio» e «Palestina libera». Alcuni manifestanti hanno cercato di bloccare le principali vie cittadine, provocando brevi scontri con la polizia.

A Barcellona, le proteste si sono svolte sia nel porto da cui la flottiglia era partita il 30 agosto, sia davanti al Consolato israeliano. Le famiglie degli arrestati, insieme agli attivisti, hanno chiesto un immediato intervento diplomatico.

Manifestazioni analoghe sono state segnalate a Valencia, Pamplona, Toledo, Siviglia e Bilbao, con aspettative di partecipazione ancora maggiore durante i cortei del fine settimana.

La rabbia ha coinvolto anche la politica locale. Nel parlamento regionale di Madrid, il partito di sinistra Mas Madrid ha esposto la bandiera palestinese, scatenando discussioni con i membri del Partito Popolare al governo.

Nel parlamento dell’Aragona, i deputati hanno osservato un minuto di silenzio per Gaza e la Flottiglia Global Sumud, mentre i rappresentanti di estrema destra di Vox hanno protestato lasciando l’aula.

Il Ministro degli Esteri spagnolo, Jose Manuel Albares, nell’ambito di un’iniziativa definita dalla stampa locale come “diplomazia telefonica”, ha consultato Türkiye, Belgio, Irlanda, Brasile e la Alto rappresentante per la politica estera dell’UE Kaja Kallas, cercando di concordare una posizione comune a difesa dei membri della flottiglia.

In Svizzera, migliaia di persone si sono radunate a Place Lise Girardin, a Ginevra, scandendo slogan in francese, arabo e inglese. I manifestanti hanno chiesto la fine del blocco israeliano e la possibilità di portare aiuti umanitari a Gaza senza ostacoli.

Altre manifestazioni si sono svolte a Berna, Basilea, Lugano, Lucerna e Zurigo. La protesta di Ginevra è durata ore sotto stretto controllo della polizia ed è terminata senza incidenti.

Nel Regno Unito, centinaia di persone si sono riunite a Parliament Square, a Londra, e hanno marciato verso Whitehall, sede degli uffici governativi. I manifestanti, che sventolavano bandiere palestinesi, hanno scandito slogan come «Palestina libera» e «Non bombardate Gaza».

La folla ha invaso le strade, causando rallentamenti al traffico; alcuni autisti di autobus hanno manifestato solidarietà suonando il clacson. La polizia ha impedito ai manifestanti di raggiungere Trafalgar Square, provocando scontri e alcuni arresti. In altre zone della capitale sono state segnalate manifestazioni più contenute.

In Grecia, migliaia di persone hanno marciato ad Atene verso l’Ambasciata israeliana, scandendo slogan come «Fermate il genocidio a Gaza» e «Rompete il blocco, libertà per la Palestina».

Gli organizzatori hanno letto un comunicato congiunto che accusa Israele di violare il diritto internazionale e sottolinea come la missione della flottiglia fosse un’iniziativa legittima per portare aiuti umanitari.

Proteste simili si sono svolte a Salonicco, Patrasso, Chania, Mitilene, Chio, Volos e Larissa. I partecipanti hanno chiesto il rilascio immediato dei 27 cittadini greci presenti sulla flottiglia.

La marina israeliana ha attaccato la flottiglia mentre si avvicinava alle coste di Gaza mercoledì sera, arrestando almeno 443 attivisti. Gli organizzatori hanno confermato, tramite il Comitato Internazionale per la Rottura del Blocco di Gaza (ICBSG), che 22 navi sono state assaltate e sequestrate, mentre altre 19 sono state colpite ma non ancora documentate.

Due delle quattro navi rimaste sono tornate indietro come navi di supporto, mentre la nave Marinette ha proseguito il viaggio verso Gaza con ritardo a causa di problemi tecnici.

La flottiglia, carica principalmente di aiuti umanitari e materiale medico, è partita alla fine di agosto. Per la prima volta dopo anni, circa 50 navi con centinaia di sostenitori civili hanno preso il mare verso Gaza.

Israele impone un blocco su Gaza, abitata da circa 2,4 milioni di persone, da 18 anni e a marzo ha ulteriormente stretto il controllo chiudendo i valichi di frontiera e bloccando l’invio di cibo e farmaci. Questa situazione ha portato la regione sull’orlo della carestia.

I bombardamenti israeliani hanno causato, dall’ottobre 2023, la morte di oltre 66.200 palestinesi, in gran parte donne e bambini.

Nazioni Unite e importanti organizzazioni per i diritti umani hanno più volte avvertito che la regione sotto assedio è diventata invivibile, con fame e malattie in rapida diffusione.