Opinione
POLITICA
3 min di lettura
Costruire un muro di droni: la strategia di difesa aerea dell'Europa per una nuova era
Il continente sta affrontando una nuova sfida alla sicurezza a causa di un aumento delle incursioni di droni lungo il suo fianco orientale, mettendo in evidenza alcune mancanze critiche nella difesa aerea.
Costruire un muro di droni: la strategia di difesa aerea dell'Europa per una nuova era
A Tekever AR5 Evolution Mk.2 drone on display as NATO allies discuss Europe’s urgent need for a ‘drone wall’ to counter rising aerial threats (AP). / AP
3 ottobre 2025

Un recente aumento delle incursioni di droni nell'Europa orientale ha messo in evidenza una significativa debolezza nelle capacità di difesa aerea del continente. Questa situazione preoccupante ha sollevato serie domande sulla capacità dell'Europa di rispondere a un attacco su larga scala con droni.

L'evento più significativo si è verificato in Polonia nella notte tra il 9 e il 10 settembre, quando quasi 20 droni russi avrebbero violato il suo spazio aereo. Caccia F-16 polacchi, insieme ad aerei alleati, sono stati inviati per intercettare i bersagli. Sebbene alcuni droni siano stati intercettati e distrutti con successo, altri sono riusciti a sfuggire alla rilevazione.

Questa vulnerabilità non si è limitata alla Polonia: la Romania ha monitorato un drone nel proprio spazio aereo per quasi un'ora, l'Estonia ha segnalato diverse violazioni e, in Danimarca, droni non identificati hanno causato la chiusura temporanea di aeroporti e panico in installazioni militari.

Gli analisti sostengono che il modello di violazioni ha dimostrato che la minaccia non era isolata, ma parte di una sfida più ampia alla sicurezza dello spazio aereo alleato. In risposta a questa minaccia, la Polonia ha invocato l'Articolo 4 del trattato NATO, che consente a uno Stato membro di richiedere consultazioni con gli altri alleati. Questa azione è stata intrapresa solo sette volte dalla fondazione della NATO nel 1949.

Questi incidenti, comprese le violazioni dello spazio aereo da parte di jet e droni, sono ampiamente considerati una forma di 'guerra ibrida' volta a sondare le vulnerabilità, valutare i tempi di risposta e proiettare intimidazione.

Sebbene la Russia neghi qualsiasi intento o coinvolgimento, funzionari europei e della NATO vedono queste azioni come un tentativo deliberato di testare la determinazione dell'alleanza transatlantica e il suo sostegno all'Ucraina.

Nel giro di pochi giorni, la NATO ha lanciato l'Operazione Eastern Sentry, dispiegando caccia, navi navali e attrezzature di sorveglianza lungo il confine orientale, dalla Finlandia alla Bulgaria.

Il Segretario Generale della NATO, Rutte, ha sottolineato che la missione Eastern Sentry dimostra la prontezza dell'alleanza. Tuttavia, il rapido dispiegamento ha anche rivelato una realtà inquietante: i sistemi di difesa aerea attuali dell'Europa sono inadeguati contro tali minacce.

Il divario di difesa lungo il fronte orientale è significativo, con la NATO che si stima disponga solo del 5% circa della capacità necessaria. Ora è cruciale dare priorità all'acquisizione di sistemi di difesa avanzati ed efficaci, soprattutto quelli progettati per contrastare questa nuova era di guerra ibrida.

Affrontare questa sfida richiede un sistema stratificato e interconnesso che integri radar moderni, guerra elettronica e tecnologie di intercettazione rapida per contrastare una vasta gamma di minacce aeree adattabili.

L'urgenza improvvisa di costruire un 'muro di droni' riflette la necessità dell'Europa di colmare un divario critico nella sua difesa.