POLITICA
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Il mondo accoglie con favore la firma della dichiarazione di pace a Gaza
I leader globali accolgono con favore la firma al vertice di Sharm El-Sheikh.
Il mondo accoglie con favore la firma della dichiarazione di pace a Gaza
World leaders hail the signing of the Gaza ceasefire document by the US, Egypt, Qatar and Türkiye as a "new chapter for peace" / Photo: AP
14 ottobre 2025

La firma del documento sull’accordo di cessate il fuoco a Gaza da parte di Stati Uniti, Egitto, Qatar e Türkiye ha avuto un’ampia risonanza a livello mondiale. I leader internazionali hanno definito l’intesa come “una nuova pagina per la pace”, affermando che potrebbe portare una stabilità duratura dopo due anni di guerra da parte di Israele.

Il documento è stato firmato lunedì durante un vertice internazionale tenutosi nella località turistica di Sharm el-Sheikh, sulle rive del Mar Rosso, in Egitto.

Ecco alcune delle dichiarazioni dei leader mondiali:

Stati Uniti

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha definito la firma della dichiarazione volta a consolidare il cessate il fuoco a Gaza, avvenuta poche ore dopo lo scambio di prigionieri tra Israele e Hamas, come “una giornata straordinaria per il Medio Oriente”.

La Casa Bianca ha sottolineato che l’accordo di Gaza “apre una nuova pagina, definita da una visione di pace e prosperità”.

Egitto

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, che ha co-presieduto il vertice insieme a Trump, ha descritto l’intesa come “una pietra miliare che deve essere preservata”.

Il Cairo ha dichiarato che continuerà a coordinarsi con il Qatar, la Türkiye e gli Stati Uniti per garantire la piena attuazione dell’accordo e facilitare la prossima fase del processo di costruzione della pace.

L’Egitto ha lodato il Vertice della Pace di Sharm el-Sheikh, definendolo “un passo che rafforza il cammino verso la pace”, in sostegno dell’accordo di Gaza del 9 ottobre. Ha inoltre espresso apprezzamento per la cruciale mediazione di Qatar e Türkiye, sottolineando che i leader hanno firmato un documento congiunto a sostegno della piena attuazione dell’intesa, che prevede un cessate il fuoco globale, lo scambio di prigionieri, il ritiro israeliano e un accesso umanitario continuo.

Il Cairo ha infine ribadito il proprio sostegno a una soluzione a due Stati basata sui confini del 1967, invitando a consultazioni rapide in materia di governance, sicurezza, ricostruzione e processo politico.

Türkiye

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha partecipato al vertice di Sharm el-Sheikh per firmare l’accordo di pace.

Erdoğan era accompagnato dal ministro degli Esteri Hakan Fidan, dal capo dell’Agenzia di Intelligence Nazionale (MIT) İbrahim Kalın, dal capo della Comunicazione turca Burhanettin Duran e dal consigliere principale per la politica estera e la sicurezza Akif Çağatay Kılıç.

Il presidente del Parlamento turco, Numan Kurtulmuş, ha sottolineato che “il più grande desiderio di Ankara è la fine del sangue versato e l’instaurazione di un cessate il fuoco duraturo”, aggiungendo: “Gli sviluppi recenti sono promettenti, ma le azioni aggressive ed espansioniste di Israele negli ultimi due anni richiedono un monitoraggio attento e continuo”.

Kurtulmuş ha inoltre avvertito che il governo di Netanyahu potrebbe tornare alla violenza, esortando la comunità internazionale a “continuare a esercitare pressione affinché la pace diventi duratura”.

Qatar

L’emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani, ha elogiato i “risultati positivi” del Vertice della Pace di Sharm el-Sheikh, definendolo “un nuovo passo verso unità e stabilità”.

«Ci auguriamo che il vertice rappresenti una piattaforma di lancio per futuri accordi che soddisfino le speranze dei nostri fratelli a Gaza», ha dichiarato, auspicando inoltre che tutte le parti rispettino l’accordo “per il bene comune”.

Francia

Il presidente francese Emmanuel Macron ha definito il cessate il fuoco «una giornata storica per i prigionieri, le loro famiglie, il popolo israeliano e quello palestinese», esortando la comunità internazionale a «preparare insieme, con umiltà, il passo successivo».

A margine del Vertice di Sharm el-Sheikh, Macron ha annunciato che la Francia accelererà le operazioni di aiuto umanitario a Gaza e, in collaborazione con Stati Uniti e Israele, garantirà che gli aiuti vengano forniti «in modo continuo e senza ostacoli».

Nella prima fase dell’accordo, la Francia organizzerà nelle prossime settimane una conferenza umanitaria per Gaza e ha aggiunto che «nella seconda fase i fondi saranno rapidamente mobilitati per avviare la stabilità e la ricostruzione della regione».

Italia

La premier italiana Giorgia Meloni ha dichiarato che, a seguito dell’accordo su Gaza, l’Italia si trova “più vicina al riconoscimento dello Stato palestinese”.

“Sul piano della sicurezza, i nostri Carabinieri già da anni formano la Polizia palestinese, e siamo in impegnati anche nella missione Ue a Rafah. Possiamo implementare e siamo pronti a implementare questa presenza, tra l'altro già prevista nel decreto missioni, fino ad arrivare a una partecipazione a una forza di stabilizzazione, che richiederebbe in questo caso, chiaramente anche un passaggio parlamentare, sul quale spero che una volta tanto, e sono certa che stavolta si potrebbe anche, diciamo, votare all'unanimità” ha poi aggiunto la premier in un punto stampa. La volontà politica “da parte mia c'è, se richiesto, ovviamente” ha proseguito la premier italiana. “Non è interposizione, è monitoraggio del cessate il fuoco. Ha bisogno di una risoluzione delle Nazione Unite. Quando viene approvata e viene richiesta la partecipazione italiana, io lo chiedo al Parlamento, ma la mia posizione è questa”.

Unione Europea

Il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, ha dichiarato che l’UE è “pronta a partecipare” alla ricostruzione di Gaza e alla gestione delle transizioni.

«L’Unione Europea è pienamente impegnata nell’attuazione di questo piano di pace», ha aggiunto.

Costa ha spiegato che l’UE contribuirà tramite le missioni di polizia e il controllo delle frontiere a Rafah e in Cisgiordania occupata, continuando a essere il più grande donatore umanitario per Gaza.

«La strada verso la pace è ancora lunga, ma oggi siamo uniti nel nostro impegno per realizzarla», ha concluso Antonio Costa.