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TÜRKİYE
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Erdoğan e Starmer firmano un accordo per i jet Eurofighter Typhoon
I jet Eurofighter Typhoon sono attualmente impiegati in Europa da Regno Unito, Germania, Italia, Spagna e Austria, mentre in Medio Oriente sono utilizzati da quattro Paesi del Golfo, tra cui Arabia Saudita, Oman, Kuwait e Qatar.
Erdoğan e Starmer firmano un accordo per i jet Eurofighter Typhoon
Erdogan and Starmer sign a bilateral cooperation agreement on Eurofighter Typhoon fighter jets. / Reuters
28 ottobre 2025

Il presidente Recep Tayyip Erdoğan e il primo ministro britannico Keir Starmer hanno firmato un accordo bilaterale di cooperazione per i jet Eurofighter Typhoon.

La firma è avvenuta lunedì ad Ankara, presso il Complesso Presidenziale, dove Erdoğan ha dichiarato: «Consideriamo questo accordo come un nuovo simbolo delle relazioni strategiche tra due alleati stretti».

Erdoğan ha espresso la convinzione che l’intesa sugli Eurofighter aprirà la strada a nuovi progetti di difesa congiunti con il Regno Unito. Il presidente ha inoltre sottolineato l’obiettivo di portare gli scambi commerciali tra Türkiye e Regno Unito a 40 miliardi di dollari, impegnandosi a rafforzare ulteriormente i legami economici.

«Siamo determinati a portare il nostro volume commerciale prima a 30 miliardi, poi a 40 miliardi di dollari. Ringrazio il primo ministro Starmer e il suo team per il lavoro svolto nell’ambito del consorzio Eurofighter, e rivolgo il mio apprezzamento anche ai leader degli altri Paesi alleati del consorzio per il loro approccio costruttivo», ha aggiunto Erdoğan.

Accordo storico

Il primo ministro britannico Keir Starmer ha dichiarato che l’accordo ha un valore di circa 11 miliardi di dollari.

«Si tratta davvero di un accordo significativo, perché include ordini per 10,7 miliardi di dollari, il che significa dieci anni di lavoro garantito», ha affermato Starmer, sottolineando che l’intesa sugli Eurofighter tra Türkiye e Regno Unito rappresenta un vantaggio per la sicurezza della NATO.

Durante la conferenza stampa congiunta, il premier ha aggiunto:
«Questo accordo rafforzerà la sicurezza in tutta la NATO, approfondirà la cooperazione bilaterale in materia di difesa e sosterrà la crescita economica sia qui che nel Regno Unito, garantendo 20.000 posti di lavoro britannici impegnati nella costruzione di questi caccia di ultima generazione».

Starmer ha definito l’intesa «un momento storico», che riflette la crescente profondità e ampiezza della cooperazione esistente e dimostra la volontà di fare ulteriori passi avanti.

Il Ministero della Difesa britannico ha precisato che l’ordine prevede la fornitura di 20 jet Eurofighter.

Il ministro della Difesa John Healey, che ha accompagnato Starmer nella visita ad Ankara, ha dichiarato alla stampa: «La Türkiye è un importante alleato della NATO e il guardiano del Mar Nero. Questo accordo, che la dota dei più avanzati caccia Typhoon, rafforzerà la deterrenza dell’Alleanza e renderà tutti noi più sicuri».

Il governo britannico ha descritto l’intesa come «il più grande contratto di esportazione di aerei da combattimento di una generazione», sottolineando che sosterrà una forza lavoro di 20.000 persone presso gli impianti di produzione di Edimburgo, Warton, Samlesbury e Bristol.

Non solo un aereo

La scorsa settimana, Michael Schoellhorn, amministratore delegato di Airbus Defence and Space, ha dichiarato che l’accordo sugli Eurofighter potrebbe rafforzare la produzione, favorire lo sviluppo di modelli più avanzati con nuove tecnologie e aprire la strada a una partnership di lungo periodo con la Türkiye.

La Türkiye, che possiede la seconda forza militare più grande della NATO, punta a garantire una maggiore diversificazione della propria flotta aerea attraverso i caccia multiruolo Eurofighter Typhoon, prodotti congiuntamente da Regno Unito, Germania, Italia e Spagna, fino a quando i jet da combattimento di progettazione nazionale non entreranno in produzione di serie.

Attualmente, i jet Eurofighter Typhoon sono in servizio nelle forze aeree di Regno Unito, Germania, Italia, Spagna e Austria in Europa, e in Medio Oriente in Arabia Saudita, Oman, Kuwait e Qatar.