Il Servizio di Emergenza dell’Ucraina ha riferito sabato mattina che otto persone sono rimaste uccise e altre 27 ferite in un attacco missilistico russo condotto nella tarda serata di venerdì contro infrastrutture portuali a sud di Odessa.
Secondo il servizio, alcuni dei feriti si trovavano su un autobus situato nell’area colpita. I camion parcheggiati hanno preso fuoco e diversi veicoli sono rimasti danneggiati.
Il governatore della regione di Odessa, Oleh Kiper, ha dichiarato che il porto è stato colpito da missili balistici.
Nel frattempo, Kiev ha intensificato gli attacchi contro le infrastrutture petrolifere russe. Le autorità ucraine hanno annunciato che droni di Kiev hanno colpito una piattaforma petrolifera appartenente a Lukoil nel Mar Caspio e una nave militare da pattugliamento denominata Okhotnik, che stava operando nelle vicinanze della struttura.
La nave era impegnata in attività di pattugliamento nei pressi di una piattaforma di produzione di petrolio e gas nel Mar Caspio. In una nota, è stato precisato che l’entità dei danni è ancora in fase di accertamento.
L’attacco, che secondo lo Stato Maggiore ucraino è avvenuto venerdì, rappresenta uno dei diversi raid che nelle ultime settimane hanno preso di mira le infrastrutture di perforazione russe nel Mar Caspio, ma è il primo ad essere ufficialmente rivendicato dall’esercito ucraino.
Secondo le forze armate di Kiev, nell’attacco è stata danneggiata la piattaforma di perforazione del giacimento petrolifero Filanovskiy. Era stato riferito che la struttura era già stata colpita almeno altre due volte nel mese di dicembre da attacchi con droni.
I droni ucraini hanno inoltre colpito un sistema radar nella zona di Krasnosilske, in Crimea, territorio annesso illegalmente dalla Russia nel 2014.
L’Ucraina sostiene che le infrastrutture petrolifere russe costituiscano un obiettivo legittimo, in quanto finanziano la guerra su vasta scala condotta da Mosca da quasi quattro anni.
Nel corso del 2024 e del 2025 Kiev ha preso di mira raffinerie di petrolio russe e, nelle ultime settimane, ha ampliato in modo significativo le proprie operazioni, rivendicando attacchi con droni navali contro petroliere della cosiddetta “flotta ombra” russa nel Mar Nero e nel Mediterraneo.
















