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Fidan: La ricostruzione e la gestione di Gaza devono essere effettuate dai palestinesi
Fidan: Dopo il cessate il fuoco, dovranno essere attuati alcuni punti fondamentali, tra cui la liberazione degli ostaggi, l’ingresso degli aiuti umanitari e il ritiro delle forze israeliane entro determinate linee.
Fidan: La ricostruzione e la gestione di Gaza devono essere effettuate dai palestinesi
Referring to the agreement on the Gaza ceasefire, Fidan noted that it has created a tremendous amount of hope. / Reuters Archive
10 ottobre 2025

Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha dichiarato che “la ricostruzione e l’amministrazione di Gaza devono essere affidate ai palestinesi”, sottolineando che la comunità internazionale resta in allerta di fronte alla possibilità che il genocida Benjamin Netanyahu imponga nuovamente la guerra.

Fidan ha rilasciato le sue dichiarazioni giovedì, dopo aver partecipato a Parigi a un incontro che ha riunito alti diplomatici provenienti dall’Europa, dal mondo arabo e da altri Paesi partner, con l’obiettivo di discutere la fase di transizione a Gaza.

La ricostruzione e la gestione di Gaza devono essere condotte dai palestinesi. Anche le forze di sicurezza devono essere palestinesi. Su questo non c’è alcun dubbio,” ha affermato Fidan, aggiungendo: “Ieri è stata una giornata molto significativa. Dopo due anni di genocidio a Gaza, è emersa una speranza di fermare la tragedia. Fin dall’inizio, la Türkiye — sotto la guida del nostro Presidente — ha messo in campo un enorme sforzo diplomatico a livello internazionale. Abbiamo intensificato e coordinato il nostro lavoro con il mondo islamico e con gli altri partner, sviluppando ulteriormente una cultura di cooperazione efficace.”

Fidan ha spiegato che la Türkiye sta cercando di mobilitare anche la comunità internazionale in questo processo, sottolineando che sono state coinvolte organizzazioni della società civile e istituzioni statali, e che tutti hanno fatto del proprio meglio. Ha aggiunto di essere felice per il risultato raggiunto insieme, affermando che oggi esiste finalmente una speranza di fermare lo spargimento di sangue e di porre fine alle sofferenze del popolo palestinese.

Il ministro ha poi evidenziato che da questo momento si aprono alcune questioni fondamentali, precisando che l’intesa attuale riguarda la prima fase di un piano di attuazione articolato su quattro obiettivi: il cessate il fuoco, la liberazione di ostaggi e detenuti, l’avvio immediato e senza interruzioni degli aiuti umanitari e il ritiro delle forze israeliane entro determinate linee.

Ha sottolineato che sarà fondamentale seguire con la massima attenzione l’attuazione di questi punti e ha ricordato che, in base all’articolo pertinente del testo dell’intesa, anche la Türkiye parteciperà concretamente a questa fase di implementazione.

“Conseguenze molto serie”

Parlando dell’incontro odierno, il ministro degli Esteri Hakan Fidan ha spiegato che al tavolo erano presenti i ministri degli Esteri di sette Paesi membri dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OCI), di cui fa parte anche la Türkiye, insieme ai rappresentanti della Lega Araba e ai loro omologhi dell’Unione Europea.

Fidan ha riferito che durante la riunione si è discusso dei risultati dell’accordo raggiunto ieri e delle modalità per metterlo in pratica, affrontando in particolare come rilanciare Gaza dal punto di vista economico, amministrativo e della ricostruzione. Si è inoltre esaminato in dettaglio quale ruolo possano svolgere l’Europa e il resto della comunità internazionale in questo processo.

Il ministro ha sottolineato che sono stati raggiunti risultati significativi, destinati a costituire una base importante per le decisioni future, aggiungendo che i ministri europei porteranno nei propri Paesi e ai loro leader politici osservazioni e conclusioni di grande rilievo.

Fidan ha poi ribadito l’importanza della soluzione a due Stati per porre fine al conflitto, esprimendo soddisfazione per il fatto che tutti riconoscano questo principio come elemento chiave della pace.

Ha ricordato la posizione della Türkiye, sottolineando che se la ricostruzione di Gaza e i piani che verranno attuati dovessero riportare la situazione a quella precedente al 7 ottobre 2023, allora si rischierebbe di affrontare in futuro una nuova guerra, poiché — ha spiegato — prima del 7 ottobre Gaza era di fatto una prigione a cielo aperto, priva di commercio libero ed economia autonoma, sottoposta completamente al controllo e alle restrizioni imposte da Israele.

Netanyahu “inaffidabile sul piano della pace”

Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha sottolineato che nel mondo islamico alcuni punti fondamentali sono ormai stati compresi, osservando che tra gli attori regionali “si sta rafforzando la consapevolezza che, se si lavora insieme, è possibile ottenere risultati concreti”.

Fidan ha dichiarato che alcune difficoltà non rappresentano un destino immutabile, ma che serve maggiore volontà, impegno, professionalità e capacità di pensiero indipendente. Secondo il ministro, questa nuova consapevolezza è di per sé motivo di speranza. Ha aggiunto di credere che il nuovo spirito che la Türkiye sta portando avanti avrà un ruolo decisivo non solo nella soluzione della questione palestinese, ma anche nella risoluzione di altri problemi della regione.

Riferendosi all’accordo raggiunto per il cessate il fuoco a Gaza, Fidan ha affermato che esso rappresenta un’enorme fonte di speranza, ma ha avvertito che potrebbero comunque emergere nuove difficoltà.

«Finora il profilo di Netanyahu è chiaro: sappiamo quanto sia inaffidabile quando si parla di pace. Esiste la possibilità che Israele cerchi di imporre nuovamente la guerra. Per questo la comunità internazionale rimane in stato di allerta. Dopo la soluzione della questione degli ostaggi, Israele non avrà più alcun argomento per giustificare le proprie azioni. Certo, potranno sorgere problemi nell’attuazione dell’accordo, ma ciò fa parte del processo. Non dobbiamo scoraggiarci: continueremo a lavorare in modo professionale e coordinato», ha concluso Fidan.