Il presidente siriano Ahmad al-Sharaa ha dichiarato che un accordo di pace definitivo tra Siria e Israele richiede il ritiro di Israele ai confini precedenti all'8 dicembre, sottolineando che gli Stati Uniti e diversi partner internazionali sostengono la posizione di Damasco.
In un'intervista con The Washington Post, al-Sharaa ha detto martedì che Damasco e Tel Aviv sono impegnate in "negoziati diretti" e che hanno "fatto molta strada" verso il raggiungimento di un accordo.
"Ma per raggiungere un accordo definitivo, Israele dovrebbe ritirarsi ai confini precedenti all'8 dicembre", ha detto.
Al-Sharaa ha affermato che Washington e diversi attori internazionali sostengono la prospettiva della Siria a riguardo, aggiungendo che il presidente statunitense Donald Trump "sostiene anche la nostra prospettiva e farà pressione il più rapidamente possibile per raggiungere una soluzione."
Il leader siriano ha criticato le ambizioni espansionistiche di Israele, affermando che aveva compiuto oltre 1.000 attacchi aerei sul territorio siriano dall'8 dicembre, quando Bashar al Assad, che aveva governato la Siria per quasi 25 anni, fuggì in Russia, ponendo fine al governo del Partito Baath.
"Perché vogliamo ricostruire la Siria, non abbiamo risposto a queste aggressioni", ha osservato.
Le dichiarazioni di al-Sharaa sono arrivate dopo il suo storico incontro di lunedì con Trump alla Casa Bianca, la prima visita di un leader siriano dalla indipendenza del Paese quasi 80 anni fa.
La visita ha segnato un cambiamento significativo nei rapporti, mentre Damasco cerca la completa revoca delle sanzioni Caesar imposte alla Siria, introdotte nel 2019 in risposta alle atrocità del regime di Assad.



















