Oltre 400 cantanti e artisti in tutto il mondo hanno annunciato la loro partecipazione al boicottaggio culturale che mira a ritirare le loro opere dalle piattaforme digitali israeliane. Il boicottaggio ha lo scopo di reagire al genocidio in corso contro i palestinesi a Gaza.
Le immagini di persone affamate sotto gli attacchi israeliani, specialmente dei bambini, hanno aumentato l'indignazione globale rafforzando anche gli appelli all'azione.
Secondo quanto riportato da Haaretz, l'iniziativa lanciata con lo slogan "No Music for Genocide" (Niente Musica per il Genocidio) invita gli artisti a ritirare le loro opere dalle piattaforme israeliane.
Tra coloro che hanno firmato il boicottaggio figurano nomi di spicco come il gruppo britannico Massive Attack, il gruppo scozzese Primal Scream, il collettivo indie americano Japanese Breakfast, la cantautrice statunitense Carole King, la pop star giapponese Rina Sawayama e l'artista danese MØ.
Rifiutare il lavaggio dell’arte
Nella dichiarazione degli organizzatori della campagna è stato sottolineato che il boicottaggio mira a costringere le grandi case discografiche come Sony, Universal e Warner a ripetere le misure adottate dopo l'invasione russa dell'Ucraina e ad applicare sanzioni simili a Israele.
Nella dichiarazione in cui si afferma "La cultura da sola non può fermare le bombe", si legge: "Tuttavia, la cultura può contribuire a rifiutare la pressione politica, influenzare l'opinione pubblica verso la giustizia e impedire che qualsiasi paese o azienda che commette crimini contro l'umanità venga ripulito e normalizzato attraverso l'arte."
Il boicottaggio è visto come parte dell'ondata di proteste, azioni culturali, sportive e artistiche organizzate in tutto il mondo contro la continuazione degli attacchi israeliani a Gaza.