L’organo di governo del calcio europeo, l’UEFA, si trova sull’orlo di una decisione importante sul futuro di Israele nelle competizioni internazionali. Le crescenti pressioni politiche hanno portato a ipotizzare che un voto urgente sull’eventuale sospensione di Israele possa tenersi già la prossima settimana.
La questione ha messo l’UEFA in contrasto con gli Stati Uniti, co-organizzatori della Coppa del Mondo 2026. Le richieste di sanzioni sportive si sono intensificate dopo che una commissione di inchiesta delle Nazioni Unite ha indicato che Israele avrebbe commesso atti di genocidio a Gaza. Tuttavia, il governo statunitense ha adottato una posizione chiara.
Un portavoce del Dipartimento di Stato USA ha dichiarato: “Lavoreremo assolutamente per fermare qualsiasi tentativo di escludere la nazionale israeliana dai Mondiali”.
Nelle ultime settimane la pressione per una sospensione di Israele è aumentata in maniera significativa. Un gruppo di esperti ONU per i diritti umani ha esortato FIFA e UEFA a sospendere Israele, mentre il premier spagnolo Pedro Sánchez ha sostenuto che il Paese dovrebbe affrontare le stesse sanzioni imposte alla Russia, esclusa dal calcio internazionale dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022.
Sánchez ha dichiarato: “Israele non può continuare a usare alcuna piattaforma internazionale per ripulire la propria immagine”.
Anche il presidente della Federazione Calcistica Palestinese, Jibril Rajoub, ha rilasciato una dichiarazione diretta: “Israele ha violato i principi, i valori e lo status della FIFA. Per questo credo che debba affrontare sanzioni”.
Sebbene l’UEFA abbia ufficialmente affermato che non è previsto alcun incontro, continuano a circolare notizie su un voto imminente. Una fonte di alto livello di una federazione europea ha riferito che all’interno della leadership UEFA cresce la richiesta di un’azione su questo tema.
La fonte ha aggiunto: “Da quanto comprendiamo, la leadership UEFA vuole che si faccia un passo in questa direzione. Rispetto a un mese fa, ci sono nuove pressioni di alto livello provenienti da molti Paesi”.
Si segnala che la Federazione Calcistica della Norvegia (NFF) è una delle federazioni che spinge affinché la questione venga affrontata. L’ex presidente e membro del Comitato Esecutivo UEFA, Lise Klaveness, ha assunto una posizione chiara sulla crisi umanitaria.
Klaveness ha dichiarato: “Né noi né altre organizzazioni possiamo restare indifferenti alle sofferenze umane e agli attacchi sproporzionati subiti dalla popolazione civile di Gaza”.
Gli effetti della situazione si fanno sentire immediatamente sul campo. Israele prevede di disputare il 11 ottobre a Oslo contro la Norvegia e tre giorni dopo contro l’Italia partite cruciali di qualificazione ai Mondiali. La Federazione Calcistica Israeliana ha dichiarato a Reuters: “Non ci sono segnali che stiamo per affrontare un’azione simile”.
Con l’uso sproporzionato della forza, Israele ha ucciso oltre 65.000 palestinesi a Gaza, per lo più civili.
Aumenta anche la pressione dalle tribune. Durante una partita di Europa League tra la squadra greca PAOK e il Maccabi Tel Aviv, i tifosi hanno esposto striscioni con scritto “Fermate il genocidio” e “Mostrate il cartellino rosso a Israele”, intonando slogan a favore di una “Palestina libera”.
Qualsiasi decisione dell’UEFA riveste grande importanza e pone la governance sportiva di fronte a una crisi politica globale profondamente divisiva.