POLITICA
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Israele blocca anche l’ultima nave della flottiglia per Gaza
Secondo gli organizzatori, le forze israeliane hanno preso d’assalto la Marinette e trasferito gli attivisti nel carcere di Ketziot.
Israele blocca anche l’ultima nave della flottiglia per Gaza
People stand on a boat carrying aid to Gaza that was intercepted by Israel, docked in the port of Larnaca, Cyprus October 3, 2025.
3 ottobre 2025

Le forze israeliane hanno bloccato illegalmente l’ultima imbarcazione di una flottiglia internazionale che tentava di rompere il blocco navale imposto alla Striscia di Gaza, devastata dalla guerra. L’episodio ha scatenato nuove proteste in numerose città del mondo contro le azioni di Israele a Gaza e contro l’arresto di circa 450 attivisti a bordo delle navi.

Secondo gli organizzatori, l’ultima imbarcazione rimasta, la Marinette, è stata attaccata venerdì alle 10:29 ora locale (07:29 GMT) in acque internazionali, a circa 42,5 miglia nautiche da Gaza.

In un post sulla piattaforma X, la Global Sumud Flotilla ha denunciato: «I soldati israeliani sono saliti a bordo della nave Marinette della #GlobalSumudFlotilla e hanno preso in ostaggio gli attivisti». Nella stessa nota si sottolinea che la diretta streaming “si è interrotta bruscamente quando un soldato ha distrutto la telecamera salendo a bordo”.

Hanno preso in giro l’iniziativa

In un video circolato online si vede un ministro israeliano di estrema destra affrontare gli attivisti della flottiglia in stato di fermo, deridendo i loro tentativi di portare aiuti e accusandoli di sostenere il “terrorismo”.

In un’altra dichiarazione, la flottiglia ha denunciato che «le forze navali d’occupazione israeliane hanno fermato illegalmente, per oltre 38 ore, tutte le 42 imbarcazioni cariche di aiuti umanitari, volontari e della determinazione a rompere l’assedio illegale su Gaza». La nota aggiunge che la Marinette, «nonostante fosse a conoscenza del destino delle precedenti 41 navi, ha proseguito il viaggio nello spirito di Sumud».

Le immagini mostrano gli attivisti seduti a terra a gambe incrociate, mentre il ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben-Gvir, in piedi, pronuncia le sue accuse. Nel video si sente una voce gridare «Libertà per la Palestina», senza che sia possibile identificarne l’autore.

In un comunicato, gli organizzatori della flottiglia hanno reso noto che i fermati sono stati trasferiti nella prigione di Ketziot, situata nel deserto del Negev, a circa 30 chilometri da Gaza e non lontano dal confine con l’Egitto.

Sciopero della fame

Secondo quanto dichiarato, il morale degli attivisti resta “alto”; alcuni di loro hanno però avviato uno sciopero della fame. Solo pochi hanno firmato le cosiddette “Richieste di Uscita d’Emergenza”, che potrebbero accelerarne l’espulsione; chi non ha firmato rischia invece di restare in detenzione fino a 72 ore, in base alla legislazione israeliana.

La flottiglia ha sottolineato che alle visite diplomatiche è stata data priorità e che giovedì due ministri israeliani si sono recati a incontrare i detenuti, aggiungendo: «Questo non significa che la nostra missione sia finita. La nostra determinazione a resistere all’oppressione israeliana e a mantenere la solidarietà con il popolo palestinese non è stata scalfita».

La Marinette, battente bandiera polacca, era l’ultima nave operativa rimasta di una flottiglia che un tempo contava 44 imbarcazioni e viaggiava con un equipaggio di sei persone. Le operazioni israeliane sono iniziate nella notte di mercoledì e sono proseguite per tutta la giornata di giovedì, quando le imbarcazioni sono state fermate una ad una al largo di Gaza e gli attivisti arrestati. In totale, oltre 450 attivisti provenienti da più di 50 Paesi sono stati detenuti.

La missione della flottiglia era portare aiuti umanitari a Gaza e sfidare il blocco imposto da Israele, che da quasi 18 anni mantiene un assedio sulla Striscia, dove vivono circa 2,4 milioni di persone.

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