Lo stato di Victoria firma un trattato storico che concede maggiori poteri agli australiani indigeni
Gli indigeni australiani ottengono autorità legale, controllo della governance e riconoscimento delle loro leggi attraverso il patto.
Lo stato sudorientale dell'Australia, Victoria, ha firmato e formalizzato il primo trattato moderno del paese con le popolazioni indigene australiane, segnando un cambiamento significativo nell'impegno a livello statale verso le comunità aborigene.
Il trattato, legalmente vincolante e volto a garantire ai gruppi aborigeni maggiore autorità e controllo sulla propria governance, è stato firmato giovedì dai co-presidenti dell'Assemblea dei Popoli Originari (First Peoples Assembly) eletta del Victoria, dalla premier del Victoria Jacinta Allan e dalla ministra per i Trattati Natalie Hutchins, secondo l'emittente pubblica Australian Broadcasting Corporation (ABC).
Il trattato riconosce l'"autorità dei popoli indigeni di autodeterminare i propri affari e di stipulare trattati in conformità con il Lore e la legge aborigena e come riconosciuto dal diritto internazionale".
La legislazione che sottende il trattato, approvata dal parlamento del Victoria il mese scorso, è stata anch'essa firmata giovedì dal governatore dello Stato, diventando così legge.
«Mai vuoto, mai senza proprietari»
La governatrice Margaret Gardner ha definito la firma "storica", affermando che si tratta del "primo trattato a livello statale per il Victoria, il primo in Australia e il primo per i Popoli Originari del Victoria".
Allan ha detto che il momento apre un capitolo "che mette insieme le culture ininterrotte più antiche della Terra con le istituzioni più moderne del nostro Stato".
Il trattato di 34 pagine delinea gli accordi raggiunti tra il governo statale e l'Assemblea dei Popoli Originari, un organismo eletto che rappresenta gli aborigeni del Victoria, dopo mesi di negoziati.
Il documento riconosce che "questa Terra non è mai stata vuota, mai senza proprietari. La finzione della 'terra che non apparteneva a nessuno' ignorava coloro che erano già qui".
Afferma inoltre che "nel giro di due decenni dalla colonizzazione, la popolazione dei Popoli Originari del Victoria si era ridotta di quasi il 90%".
"Ammettere di aver sbagliato è cosa rara per un governo — ancora più rara è l'affermazione, con parole chiare e azioni durature, di voler rimediare. Eppure è questo che chiede questo momento. È ciò che questo momento rende possibile — un momento che rivendichiamo insieme”, afferma il documento.