Ucraina: «progressi concreti» nei colloqui di Berlino con i rappresentanti degli Stati Uniti
In precedenza, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva lasciato intendere che l’Ucraina fosse pronta a rinunciare ai propri obiettivi di adesione alla NATO nell’ambito di un accordo di pace, in cambio di solide garanzie di sicurezza.
La delegazione ucraina ha annunciato che i rappresentanti del presidente Volodymyr Zelensky e del presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno registrato «progressi concreti» nei colloqui di Berlino volti a porre fine alla guerra con la Russia.
Il capo negoziatore di Kiev, Rustem Umerov, ha scritto lunedì sui social media che i lunghi contatti diplomatici condotti nella capitale tedesca sono stati «costruttivi e produttivi» e che è stato compiuto un «reale progresso».
«Alla fine della giornata, speriamo di raggiungere un accordo che ci avvicini ulteriormente alla pace», ha dichiarato Umerov, senza fornire dettagli sui dossier più delicati, che spaziano dalle concessioni territoriali alle garanzie di sicurezza.
Zelensky ha incontrato per il secondo giorno consecutivo l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, e il genero del presidente, Jared Kushner. I colloqui si sono svolti sotto strette misure di sicurezza nell’edificio che ospita l’ufficio del cancelliere tedesco Friedrich Merz.
Witkoff ha inoltre indicato che anche nei colloqui di domenica sono stati compiuti «progressi». Tuttavia, un funzionario informato sui contatti ha riferito lunedì all’AFP che la parte statunitense continua a sostenere una richiesta che rappresenta una linea rossa per Kiev: la rinuncia, da parte dell’Ucraina, al controllo della regione orientale del Donbas come condizione per avviare negoziati di pace con la Russia.
Lunedì sera era prevista la partecipazione di Zelensky a un vertice serale, insieme a Merz e ai leader di Regno Unito, Francia, Italia, Polonia e Finlandia, oltre ai vertici della NATO e dell’Unione europea. L’incontro è stato interpretato come un segnale di sostegno all’Ucraina.
Impegnata in una guerra difficile dall’inizio dell’offensiva russa su larga scala nel febbraio 2022, l’Ucraina spera di convincere Washington che un cessate il fuoco debba essere raggiunto senza concessioni territoriali preliminari.
I leader europei insistono sul fatto che qualsiasi accordo finale debba garantire una «pace giusta» e non creare le condizioni per una futura aggressione russa.
Mentre Trump esercita una forte pressione per porre fine al conflitto, il primo piano in 28 punti presentato il mese scorso era stato criticato da Kiev e dagli alleati europei perché ritenuto favorevole a Mosca.
L’Ucraina ha quindi avanzato delle controproposte. Domenica Zelensky ha dichiarato che il suo Paese potrebbe essere pronto, in linea di principio, a rinunciare all’obiettivo dell’adesione alla NATO, a condizione che vengano fornite solide garanzie di sicurezza.
Nel frattempo, la Russia ha fatto sapere che insisterà sulle sue condizioni fondamentali, comprese le rivendicazioni territoriali e l’esclusione permanente dell’Ucraina dalla NATO.
Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha affermato lunedì che la Russia si aspetta che gli Stati Uniti «presentino loro il concetto discusso oggi a Berlino».
Il giorno precedente, il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov aveva commentato: «Penso che il contributo degli ucraini e degli europei a questi documenti non sarà costruttivo, ed è questo il problema».
«Pace dignitosa»
Un funzionario informato sui colloqui tra Stati Uniti e Ucraina ha dichiarato all’AFP che i negoziatori americani continuano a chiedere la rinuncia al controllo del Donbas orientale — l’area composta dalle regioni di Donetsk e Lugansk.
Secondo l’Institute for the Study of War, con sede negli Stati Uniti, Mosca controlla quasi interamente la regione di Lugansk e circa l’80% della regione di Donetsk.
Il funzionario ha riferito che il presidente russo Vladimir Putin «vuole territorio» e che gli Stati Uniti chiedono all’Ucraina di «ritirarsi» da queste aree, richiesta che Kiev ha respinto.
«Francamente, è piuttosto sorprendente che gli americani adottino su questo punto la posizione dei russi», ha aggiunto.
Zelensky ha poi incontrato lunedì il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier e successivamente ha visitato il Parlamento tedesco.
Il leader ucraino ha dichiarato di aver informato Steinmeier sui «lavori in corso con gli Stati Uniti per garantire una pace dignitosa, solide garanzie di sicurezza e la ripresa economica».
Dopo aver ospitato un’intensa fase di diplomazia di crisi, Merz avrebbe dovuto partecipare successivamente, insieme a Zelensky, a una conferenza economica tedesco-ucraina.
Dopo una conferenza stampa, alla cena della sera erano attesi numerosi leader europei, tra cui il primo ministro britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron, la premier italiana Giorgia Meloni, il primo ministro polacco Donald Tusk e il presidente finlandese Alexander Stubb, oltre al segretario generale della NATO Mark Rutte e alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
ll centro di Berlino è stato trasformato in un’area ad alta sicurezza, con strade chiuse al traffico per consentire il passaggio dei convogli, cecchini scelti della polizia dispiegati sui tetti, pattuglie cinofile nelle strade e lo spazio aereo monitorato da unità anti-drone.
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha espresso un cauto ottimismo riguardo all’intenso traffico diplomatico, manifestando al contempo le sue preoccupazioni su un’eventuale disponibilità di Putin a fare un passo indietro rispetto alle sue richieste.
In una dichiarazione rilasciata in mattinata, Wadephul ha affermato: «Ritengo che i negoziati siano più seri che mai. Sono condotti con un’intensità straordinaria. Tuttavia, non sapremo se avranno successo nemmeno entro la fine della settimana. Naturalmente, in questo momento storico ogni sforzo per porre finalmente fine a queste terribili morti e concludere la guerra vale la pena. Resta però una cosa che ancora non sappiamo: se Vladimir Putin abbia davvero una volontà sincera di mettere fine a questa guerra».