La Türkiye ha svolto un ruolo chiave questa settimana nel mediare un cessate il fuoco nella provincia meridionale di Sweida in Siria, dove le tensioni latenti tra le comunità arabe beduine e druse sono sfociate in scontri armati che hanno coinvolto forze sostenute dal governo, hanno riferito giovedì fonti della sicurezza turca.
Secondo le fonti, il Ministro degli Esteri Hakan Fidan e il capo dell'Organizzazione Nazionale di Intelligence (MIT), Ibrahim Kalin, hanno guidato gli sforzi della Türkiye sul campo, impegnandosi in una diplomazia di alto livello che ha portato infine le fazioni in conflitto a una tregua.
“La Türkiye ha fatto ogni sforzo per eliminare i rischi che minacciano l'integrità territoriale, l'unità e la sicurezza della Siria,” ha dichiarato una fonte della sicurezza. “La diplomazia sul campo del Ministro Fidan e del Direttore Kalin è stata determinante per fermare la violenza.”
Gli scontri, durati due giorni nella provincia a maggioranza drusa, che hanno visto l'intervento di forze allineate al governo, minacciavano di destabilizzare una regione che negli ultimi anni era rimasta relativamente isolata dal più ampio conflitto civile siriano.
Raggiungere la comunità regionale e internazionale
Kalin avrebbe tenuto molteplici conversazioni con funzionari di Stati Uniti, Siria e Israele, inclusi il Presidente siriano Ahmed al Sharaa e l'Ambasciatore statunitense in Türkiye Tom Barrack, che funge anche da inviato speciale di Washington per la Siria.
Il MIT ha inoltre consultato il veterano leader druso libanese Walid Jumblatt per contribuire a ridurre la tensione. Il Ministro degli Esteri Fidan ha condotto un'azione parallela, parlando con i suoi omologhi in Siria, Arabia Saudita, Giordania e Stati Uniti.
Sia Fidan che Kalin hanno tenuto regolarmente informato il Presidente Recep Tayyip Erdogan sugli sviluppi e sugli interventi diplomatici della Türkiye.
Il Presidente siriano Al Sharaa avrebbe riconosciuto il ruolo della Türkiye nel ristabilire la calma, sottolineando che “senza la mediazione efficace degli attori turchi, americani e arabi, l'esito avrebbe potuto essere catastrofico.”
L'incidente sottolinea l'ambizione continua di Ankara di agire come forza stabilizzatrice nelle crisi regionali, anche in aree sotto il controllo nominale del governo di Damasco.
