Ungheria: l'energia russa è vitale, in dubbio i piani di riduzione graduale dell'UE
POLITICA
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Ungheria: l'energia russa è vitale, in dubbio i piani di riduzione graduale dell'UEL'Ungheria sostiene l'importazione di gas dalla Russia per proteggere la propria economia e garantire la sicurezza energetica a causa delle interruzioni nella fornitura dal gasdotto ucraino, respingendo le pressioni dell'UE in merito.
Budapest rejects outside influence over its energy supply decisions. [File photo]
15 ottobre 2025

Il ministro degli Esteri ungherese ha avvertito mercoledì che Budapest subirebbe gravi conseguenze se venisse tagliata fuori dal gas russo e ha dichiarato che il paese non accetterà pressioni esterne riguardo alle decisioni sulle proprie forniture energetiche.

L'Ungheria si oppone ai piani annunciati dalla Commissione Europea a giugno, che prevedono la graduale cessazione di tutti gli acquisti di gas naturale e gas naturale liquefatto dall'UE alla Russia entro la fine del 2027.

Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, presente a Mosca per partecipare al forum Russia Energy Week, ha dichiarato ai giornalisti che garantire il proprio approvvigionamento energetico è una priorità per Budapest dal punto di vista degli interessi nazionali.

Il ministro ha dichiarato: “Al momento non siamo in grado di garantire l'approvvigionamento necessario al Paese senza l'oleodotto Druzhba (Amicizia), poiché l'infrastruttura esistente non è in grado di fornire una quantità sufficiente di petrolio. Pertanto, chiunque attacchi l'oleodotto che porta in Ungheria attacca la nostra sovranità nazionale, che garantisce la sicurezza dell'approvvigionamento energetico”.

Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha ripetutamente affermato che le importazioni di energia russa sono indispensabili, sostenendo che cambiare fornitori provocherebbe un improvviso collasso economico.

Orban, noto per i suoi stretti legami con il Cremlino, si è opposto alle sanzioni dell'UE che colpiscono i ricavi energetici della Russia, che secondo gli Stati Uniti e la maggior parte dei paesi europei finanziano la guerra in Ucraina.

Mentre gran parte dell'Europa riduce la dipendenza dall'energia russa, Ungheria e Slovacchia — entrambi membri dell'UE — hanno mantenuto le importazioni, citando la mancanza di alternative praticabili.

L'Ucraina ha espresso preoccupazione per il commercio di gas tra Ungheria e Slovacchia con la Russia, inoltre e’ stata accusata di aver preso di mira uno dei principali gasdotti, Druzhba (Amicizia).

Ungheria e Slovacchia hanno inviato una lettera ad agosto alla Commissione Europea chiedendo un intervento contro i ripetuti attacchi ucraini al gasdotto Druzhba.

Szijjarto, nella lettera, ha descritto gli attacchi come una minaccia diretta alla sicurezza energetica ungherese e ha criticato il silenzio della Commissione.

Orban cerca il sostegno di Trump per l'energia russa

L'Ucraina ha frequentemente preso di mira un impianto di carburante nel distretto russo di Unechsky, dove si trova una stazione di pompaggio chiave del gasdotto Druzhba.

Viktor Orban ha dichiarato di essersi lamentato con il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump dopo che gli attacchi ucraini hanno interrotto le forniture di petrolio, ottenendo il suo sostegno.

Trump ha risposto così, secondo una lettera pubblicata online dal partito Fidesz di Orban, attualmente al potere: “Viktor, non mi fa piacere sentire questo. Sono molto arrabbiato al riguardo. Dillo alla Slovacchia”.

La compagnia energetica ungherese MOL ha detto che, nonostante le frequenti interruzioni dell'oleodotto Druzhba, la sicurezza dell'approvvigionamento petrolifero continuerà.

Divieto sul combustibile nucleare russo

Il primo ministro slovacco Robert Fico, invece, ha avvertito la scorsa settimana che un divieto dell'UE sul combustibile nucleare russo rappresenterebbe "il più grande pericolo" per la sicurezza energetica europea.

Parlando a una conferenza a Bratislava, Fico ha anche annunciato l'approvazione da parte del governo di un accordo per costruire un reattore nucleare fornito dagli Stati Uniti.

La Slovacchia, la Bulgaria, la Repubblica Ceca, la Finlandia e l'Ungheria utilizzano reattori di progettazione russa per la produzione di energia elettrica. Alcuni di questi paesi dipendono dal combustibile russo fino a quando non saranno garantite fonti alternative.

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